LA MENTE E IL PALATO: ANALISI PROUSTIANA DEL GUSTO

Quando a nutrirsi con il cibo non è solo il corpo, ma anche la mente, capita che ti trovi a mangiare dei piccoli dolcetti a forma di conchiglia che si chiamano MADELEINES e non senti più solo un delicato sapore mandorlato, ma la mente ti porta là, alle parole di quel testo di Marcel Proust che è risultato essere uno dei libri più importanti del 1900.
Ne "ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO" l'autore introduce, il tema della memoria involontaria ,ve lo ripropongo, provate a leggerlo e, quando assaggerete una madeleine, (ma forse anche un altro dolce) nulla sarà più come prima.
"......portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s'ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un'essenza preziosa: o meglio, quell'essenza non era dentro di me, io ero quell'essenza.
Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente mortale. Da dove era potuta giungermi una gioia così potente? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava infinitamente, non doveva condividerne la natura.”