CELIACHIA: SÌ AL MAIS!

L’enteropatia da glutine o malattia celiaca è una sindrome clinica caratterizzata dall’atrofia della mucosa duodeno-digiunale provocata dalla presenza di glutine nella dieta, e reversibile con l’esclusione di esso, in particolari soggetti geneticamente predisposti. È una delle poche malattie la cui patologia è nota.
La celiachia è un’“intolleranza” (in realtà è una reazione non tossica), derivata dall’incapacità permanente di assorbire il glutine. Il glutine è un complesso proteico molto grande presente in molti cereali.
L’incidenza della celiachia è aumentata nel tempo, la si riconosce più facilmente grazie a test diagnostici e di stima un’incidenza pari a un soggetto ogni 100/150 persone. Ogni anno vengono effettuate 5000 nuove diagnosi, ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci con un incremento annuo del 9%. Il grano è la sorgente dalla quale deriva il glutine, ed è costituito da proteine quali albumine, globuline, gliadine e glutenine; la somma di gliadine e glutenine = glutine (80/90% di tutte le proteine del grano). Le gliadine appartengono alla categoria delle prolammine, tossiche per i celiaci.
Il mais (granoturco) che sia in chicchi o cotto al vapore non presenta queste proprietà, si può tranquillamente mangiare!
COSA AVVIENE?
Il sistema vede come estranea la gliadina, dunque il sistema immunitario riconosce il glutine come sostanza pericolosa, lo attacca e genera una risposta eccessiva. Il contatto del glutine con la parete intestinale attiva meccanismi immunologici complessi non immunoglobulina-dipendenti, ecco perché non è classificabile come allergia. A seguito di ciò i linfociti sensibilizzati liberano sostanze tossiche per le cellule intestinali danneggiandole, cioè vengono uccisi gli enterociti.
FORME CLINICHE DELLA MALATTIA
TIPICA: diarrea e arresto di crescita (esordio subito dopo lo svezzamento, nei bambini);
ATIPICA: esordio tardivo (soggetti adulti) con sintomatologia sia intestinale, sia extra-intestinale (es: anemia);
SILENTE: assenza di sintomatologia eclatante;
POTENZIALE: i soggetti risultano sierologicamente positivi, mentre alla biopsia intestinale risultano negativi.
FREQUENZA DELLA CELIACHIA:
- - Agli inizi degli anni ‘90: 1/1000
- - Screening italiano nel 1994: 1/200
- - Attualmente, per l’affinamento delle metodiche diagnostiche: 1:100/1:150
- - In Italia i casi diagnosticati sono circa 45000
- - I soggetti “allergici” al glutine, ma che non sanno di esserlo sarebbero da 380 a 400 mila.

SI NASCE O SI DIVENTA CELIACI?
Chi è geneticamente predisposto, diventa celiaco, solo dopo l’introduzione del glutine nell’alimentazione. Dunque deve esserci il trigger, il glutine, e l’individuo deve essere geneticamente predisposto. Da diversi anni si conosce il marcatore genetico della predisposizione alla celiachia, il sistema HLA geni DQ2DQ8. HLA è molto spesso associato a patologie, ma la percentuale dei soggetti malati con determinato aplotipo, varia a seconda delle patologie. Nella celiachia la presenza dei due alleli DQ2 e DQ8 spiega l’85% dei malati. La base genetica è evidentemente molto forte, addirittura la celiachia è vista come una patologia autoimmunitaria.
TRATTAMENTO DIETETICO
Per curare la celiachia occorre escludere dalla dieta pane, pasta, biscotti, pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di farina da ogni piatto. L’assunzione di glutine, anche in piccole dosi, può causare danni. La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia per garantire un buono stato di salute. La dieta senza glutine è al momento attuale l’unica terapia per la celiachia.
Per questo motivo i prodotti a base di mais, essendo di loro natura privi di glutine, sono consigliabili. Gli scopi della dieta sono migliorare le condizioni della mucosa intestinale ed eliminare il malassorbimento, oltre che eliminare i sintomi e prevenire le complicanze.
FONTI:
Robbins Kumar e Klatt: manuale di patologia generale e anatomia patologica.